lunedì 1 ottobre 2007

Immigrati: prima eravamo NOI ora sono LORO



Qualche giorno fa si è tenuta a Firenze la Conferenza Nazionale sull'immigrazione. Sui giornali se ne è parlato meno che delle curve di miss Italia quando invece, anche in un piccolo paese come il nostro, questo fenomeno sta diventando evidente.
A Lenola la comunità rumena oramai conta decine di persone e chiaramente, una forte presenza di questo tipo in una piccola comunità come la nostra, porta
ad affrontare problematiche che finora avevamo solo avvertito in lontananza. Dalla Conferenza di Firenze, invece, sono venute risposte ben precise ai problemi legati all'immigrazione riassumibili in una sola parola: integrazione.
Infatti, l'unico modo per evitare che si creino conflitti e rotture nette con comunità di immigrati è quella di cercare di creare il più possibile occasioni di conoscenza reciproca e di scambio in modo da evitare la costruzione di quei muri che generano da una parte chiusura e delinquenza e dall'altra intolleranza e razzismo.
Per questo motivo sarebbe auspicabile che tutta la nostra comunità creasse queste occasioni utilizzando, per esempio, la grande varietà di associazioni che operano a Lenola.
Magari qualche ragazzo rumeno gioca bene a calcio e sarebbe utile (per lui e per noi) vederlo giocare con la "Lenola"; oppure qualche altro suona uno strumento e può essere inserito nella banda; sarebbe anche interessante conoscere le loro tradizioni (sia laiche che religiose) e cercare di creare degli spazi per questo all'interno delle manifestazioni lenolesi. Anche la scuola potrebbe fare la sua parte organizzando al suo interno dei corsi serali di italiano per gli adulti che lavorano a Lenola; e così via con (AVIS, Comunità giovanile, coro, comitati vari, ecc.)
Ed infine, così come previsto da molti altri paesi e città, fare in modo che chi risiede da tot anni (cinque?) a Lenola abbia diritto al voto alle elezioni amministrative e che comunque un loro rappresentante (eletto da loro stessi) possa partecipare come "consigliere aggiunto" ai lavori del Consiglio Comunale.

In questo modo, anche le "mele marce" che inevitabilmente seguono i flussi migratori, vengono isolate dagli stessi membri delle loro comunità che, non sentendosi considerati degli estranei utili solo a svolgere dei lavori umili, si sentano parte attiva del nostro paese.