lunedì 30 aprile 2007

L’uomo che guardava cadere gli operai (di Ascanio Celestini)


Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano. Ogni tanto ne casca uno. Mi piace vedere la gente che muore sul lavoro mentre io sto tranquillo a casa. Mia moglie invece non è interessata. Lei è di sinistra, a lei piace la politica e si guarda sempre i programmi del canale satellitare del parlamento. A quest’ora fanno una trasmissione condotta dal ministro degli Esteri dove si insegnano le parolacce straniere. Oggi dicono porcate in francese. Io non sono interessato perché le parolacce in francese sembrano sempre un po’ sdolcinate.

Se mandi a quel paese qualcuno non puoi farlo con la erre moscia,

e quelle parolette tronche che finiscono sempre con l’accento sull’ultima sillaba mi sembrano poco credibili.

Se devo mandare a cagare un francese preferisco farlo a gesti.

Mi arrangio col dito medio.

Questo programma del ministro degli esteri mi piace solo quando bestemmiano in turco.

Ma comunque io non mi interesso di politica, infatti non dico le parolacce.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

Una volta i morti sul lavoro finivano sui giornali, la gente leggeva quelle liste di nomi di morti e si indignava.

Fortunatamente adesso i giornali non esistono più e la gente vive tranquilla.

C’è solo la televisione satellitare del Parlamento.

Io non mi interesso di politica. La guardo solo quando c’è il programma del ministro del lavoro.

Fa vedere i migliori morti della settimana al rallentatore.

Mia moglie dice che alla fine della trasmissione il ministro distribuisce i gratta e vinci ai parenti delle vittime.

O forse da i numeri del lotto, delle giocate, terni secchi... qualcosa del genere

Ma io non vedo quella trasmissione fino alla fine e non saprei dire con precisione.

Io non mi interesso di politica e infatti io non ci capisco di lotterie.

Io preferisco i videotelefoni. Sto in finestra e quando un operaio precipita lo riprendo col cellulare.

Sono riprese amatoriali che scambio su internet.

Oggi in cambio di un rumeno che si infilza sulla sbarra di un cancello mi hanno mandato due minatori cinesi intossicati.

Mi sono fatto una bella collezione di manutentori inghiottiti da turbine, manovratori precipitati dalle gru o schiacciati dal carroponte.

Mi piace vedere la gente che muore sul lavoro mentre me ne sto seduto in mutande sulla mia poltrona ergonomica.

Io abito qui e non mi posso permettere di andare in giro per il mondo a vedere operai che muoiono in altre nazioni.

Meno male che c’è internet.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

Ho questa passione e appena posso torno a guardare dalla finestra.

Oggi è una giornata fiacca. Sono morti solo cinque o sei muratori.

Invece ieri ne ho visti precipitare almeno due dozzine.

Era un luna park, tutto il condominio faceva il tifo dalla finestra.

Persino mia moglie si è affacciata a vedere il disastro.

Eppure in televisione sul canale satellitare del parlamento il sabato fanno la gara di rutti.

Io non la vedo perché a me non interessa la politica.

Il mese scorso per poco non cascava il governo perché si è scoperto che il presidente del consiglio rutta in play back.

Poi per il bene della nazione hanno cambiato la legge.

Adesso il portavoce può ruttare al posto del premier.

Io non mi interesso di politica e infatti io non ci capisco di rutti.

Mi appassiona solo quando fanno la gara di puzze al senato perché lì le maggioranze sono risicate e contano soprattutto le performance dei senatori a vita.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

La maggior parte dei muratori lavora al nero, ma appena qualcuno s’ammazza... il padrone lo deve assumere.

Ogni anno muoiono migliaia di persone sul lavoro.

Con l’assunzione di tutti questi morti il governo sta combattendo la disoccupazione.

Ci sta più gente assunta regolarmente sottoterra nei cimiteri che in fabbrica.

Io sto in finestra e guardo gli operai che precipitano.

I morti sul lavoro sono diventati un'attrazione.

Si fanno pure viaggi organizzati in tutto il mondo per andare a vedere operai lanciati dalle impalcature o gettati sotto pale meccaniche. C’è gente che se ne va in giro per il mondo a fare i safari nelle miniere cinesi, nelle piantagioni afgane dove c'è gente che muore.

Certi se ne vanno in crociera a largo delle coste pugliesi e siciliane per vedere gi extracomunitari affogare prima ancora di arrivare nei cantieri dove si faranno ammazzare lavorando sottopagati al nero come manovali.

Ma così è troppo facile.

Dopo un po’ fai l’indigestione.

È come andare a caccia al giardino zoologico.

Io non sono uno sciacallo.

Io c’ho una morale.

Io sono una persona onesta.

E poi con tutta la gente che muore di lavoro in Italia basta avere un po’ di pazienza.

Basta mettersi davanti alla finestra e dopo un po’ un operaio precipita.



Il testo è tratto da «Inchiesta da seduto» andata in onda domenica sera a «Parla con me» su Rai Tre

giovedì 26 aprile 2007

Padre Alex Zanotelli :"Mandate a quel paese quelli che vi dicono che siete il futuro. Non c’è alcun futuro: voi siete l’unico presente."


DA www.articolo21.info


INCONTRO ALL'UNIVERSITA' FEDERICO II DI NAPOLI (Iolanda Stella Corradino)

«Mandate a quel paese quelli che vi dicono che siete il futuro. Non c’è alcun futuro: voi siete l’unico presente. Dovete iniziare a ragionare altrimenti non ci sarà alcun futuro». È lapidario Alex Zanotelli dall’aula 4 dell’università di Napoli, Federico II. Ai giovani presenti in aula Zanotelli rivolge il suo particolare appello: «Bisogna riscoprire il valore di ogni singolo uomo e l’importanza dell’incontro». «Le Università, un tempo, erano il luogo del libero pensiero e del libero dibattito. Ora siete tutti così incastrati nel sistema della società contemporanea che non c’è più spazio per il pensiero, libero o meno che sia».
Con un velo di malinconia (o rabbia?) Alex Zanotelli ricorda gli anni passati a dirigere Nigrizia:«Sono stato direttore di Nigrizia per ben nove anni. Poi sono stato silurato da Andreotti ,Spadolini, Craxi e Piccoli. Premettero sul Vaticano perché venissi messo fuori. Ero scomodo al governo di allora. Lo sono tutti quando si ostinano a dire la verità. Fu allora che decisi di andare in Africa». Così il missionario comboniano ricorda i suoi 12 anni a Nairobi. Racconta la sua ultima notte nel villaggio- baraccopoli di Korogocho: «In un momento di preghiera, prima della partenza, mi dissero: ora, Alex, dovrai convertire la tribù bianca».
«E’ la tribù bianca- rincara Padre Alex- che deve essere convertita. L’80% della popolazione italiana si dice cattolica ma di cattolico ha ben poco». Ce n’è per tutti da parte del missionario a Napoli da qualche anno: «Ma che razza di mondo si vive a Napoli? Ragazzi, come fate ad accettare un mondo così assurdo? Il muro di Berlino non è mai caduto. Quello era un falso. Il vero muro è quello che divide chi ha da chi non ha. Si parla tanto di globalizzazione ma siamo in mano al neo-liberismo più sfrenato, assoluto. 300 o 400 famiglie hanno in mano i soldi di tutto il mondo e ci governano. Questa, per voi, è democrazia? Il 20% del mondo prende per sé tutto. E gli altri? Metà della popolazione mondiale vive con meno di 1 dollaro al giorno. Non così le vacche. Sì, le vacche. Non credo nella reincarnazione ma qualora esistesse chiederei al buon Dio di farmi rinascere vacca: loro campano con più di 5 dollari al giorno, in alcune parti del mondo». Gli studenti, i docenti che affollano l’aula lo ascoltano come se sentissero queste cose per la prima volta. Forse è davvero così, perché, come sottolinea Zanotelli, «Queste cose in tv, nei giornali, non passano. Non si dicono. Non devono sapersi!».
Procede a ruota libera. Ed ora tocca alla questione guerra. È alla guerra Usa- Afghanistan che si riferisce, quando stigmatizza le dichiarazioni di Rumsfeld (segretario alla difesa degli Stati Uniti fino al novembre scorso): «In quella occasione- ricorda Zanotelli- gli fu chiesto il significato del termine stesso “vittoria”. Ricordo che Rumsfeld rispose asserendo che era da considerarsi vittoria la capacità del mondo di accettare che “noi americani siamo liberi di continuare nel nostro stile di vita”. Eccolo lo stile di vita del 20%della popolazione mondiale. Milioni di euro spesi per le guerre, per non parlare delle morti. Tutto per difendere lo stile di vita di quel 20% del mondo».
E conclude con la questione dell’acqua. Contro la privatizzazione su tutti i fronti. Duro. Statisticamente pronto a prevenire ogni attacco: «Siamo sull’orlo del precipizio. Non è il petrolio ma l’acqua il vero oro della società contemporanea. Solo il 3% dell’acqua nel mondo è potabile. Il 2,75% è usato dalla agricoltura industriale. Più di un miliardo della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua potabile e la corsa a quello 0,30% restante è tutta nelle mani delle multinazionali»

lunedì 16 aprile 2007

Mi sembra davvero che su che tipo di turismo ha bisogno Lenola ci siano state delle idee che, se messe in pratica, possono essere utili allo sviluppo del paese. Su questo argomento ero sicuro che avremmo avuto il mggior coinvolgimento sia per la desolante situazione di questi anni sia perchè molti di noi, in questi anni e su queste tematiche, hanno fatto moltissimo per il paese anche senza essere "governanti".

Cambiando argomento. In questi giorni abbiamo ricevuto un fogliettino dal comune in cui si dice che, a causa della chiusura degli impianti, non è più necessario differenziare l'organico e l'indifferenziato. Secondo me questo è un errore perchè , visto che si era arrivati ad "educare" i cittadini a differenziare si doveva lasciare questa separazione anche se temporaneamente non si poteva utilizzare l'impianto dei rifiuti organici. Sulla raccolta differenziata bisogna ammettere che la scelta di questa amministrazione è stata giusta. Pur con tutti i difetti di come si è partiti, è stato importante iniziare e portare Lenola ad un livello accettabile di raccolta differenziata.

Per 10 anni, con Legambiente ( e con Festambiente), abbiamo parlato di raccolta differenziata e di necessità di separare i rifiuti. Spesso con i bambini delle scuole abbiamo "giocato" a differenziare ed abbiamo cercato di insegnare loro, con l'aiuto delle maestre, l'importanza del riciclaggio. Ma quando è che davvero Lenola ha iniziato a "differenziare" ? Quando qualcuno (l'assessore all'ambiente) ha deciso che bisognava cambiare. Ecco, qui vedo un esempio di quanto è importante essere nel posto giusto. Potevamo per altri 20 anni continuare a fare educazione ambientale e magari creare una maggior coscienza ambientalista ma se non c'è qualcuno che può prendere decisioni come questa, la raccolta differenziata, sarebbe stato ancora a livello di "gioco".

martedì 10 aprile 2007

mi è stato suggerito che sarebbe meglio lasciar inserire commenti anche dagli anonimi. Sperando che non si ricominci con gli insulti da questo momento non sarà necessario loggarsi.

venerdì 6 aprile 2007

ritrovare la passione per la Politica

Vedo che si è sviluppata una discussione sull'operato dell'attuale amministrazione. L'intento del Blog era, non tanto quello di giudicare l'amministrazione (il blog era rivolto a chi non ha il prosciutto sugli occhi e vede le condizioni di Lenola), ma quello di trovare un'alternativa a queste persone ed a questo modo di governare. Nuove persone che potessere portare nuove idee. L'altro intento era quello di provare a coinvolgere in questo tentativo persone ed energie che, pur facendosi un mazzo tanto per Lenola, si sono tenute sempre lontano dalla politica (non ne hanno tutti i torti) lasciando a LORO il compito di fare e sfare mettendo ogni tanto na pezza con delle iniziative meritevoli. Ecco; invece di mettere le pezze perchè non provare a fare di più? Dunque fare politica? E' una cosa sporca? Può darsi. Ma questo dipende da chi la fa. Cito Veltroni in questo piccolo brano :

"Abbiamo bisogno di ritrovare la passione per la politica. Di riscopre la bellezza, insieme il suo essere lo strumento più alto enobile di cui gli uomini concretamente dispongono per tracciare il loro cammino, se saranno capaci di restituirle la saggezza, il pudore e il senso di giustizia.... Abbiamo bisogno di stare con i piedi ben piantati in terra, e insieme di tornare a sognare, anche quel che semra impossibile, irrangiugibile. Quel che sembra utopia.
Il perchè ce lo ha spiegato un grande scrittore sudamenricano. Lei sta all'orizzonte" ha scritto Eduardo Galeano, " Mi avvicino due passi, lei si allonana due passi. Cammino dieci passi, e l'orizzonte si allontana dieci passi più in la. Per molto che io cammini, mai lo raggiungerò. A che serve l'Utopia? A questo serve: a camminare".

Come conciliare queste parole con una sfida elettorale a Lenola a è la sfida più grande....

domenica 1 aprile 2007

mi sembra che il blog stia prendendo una deriva che non ha niene a che fare con l'obiettivo che ci eravamo prefissi. limito gli accessi solo a chi si registra sperando che serva a qualcosa altrimenti si chiude e se qualche perverso vuole mandarsi a cagare lo farà da un altra parte.